Leggibilità e ranking

search engine readibilityNel post del 20 gennaio su SEJ Holly Hartzenberg sottolinea l’importanza di non farsi condizionare, per i curatori di contenuti Web, dagli esiti dei test di leggibilità forniti da vari strumenti online.

La leggibilità, insieme a grammatica ed ortografia, di un testo pubblicato online pare sia una delle caratteristiche che Google prende in considerazione nell’assegnazione del rank; tuttavia, i criteri seguiti dagli strumenti di “misurazione di leggibilità” sono meramente quantitativi (premiano il minor numero di parole per frase e il minor numero di sillabe per parola) e, per quanto la sintesi sia una delle caratteristiche più apprezzabili in un testo online, non sempre sono sufficienti a descrivere la disponibilità con la quale un contenuto si presta alla lettura.

Questa limitata aderenza alla reale fruibilità di un testo vale ancor più per la lingua italiana, che annovera una nutrita presenza (forse la maggioranza?) di parole di più di due sillabe e che predilige frasi articolate piuttosto che secche.

L’indicazione finale per il webwriter è quella di scrivere per gli esseri umani e non per i motori di ricerca:

“In un mondo Hummingbird, è molto più importante fornire un’esperienza di qualità, coinvolgente e adatta al pubblico di riferimento.”

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